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IL BLOG DELLA DANZA DI PHOENIX STUDIO DANCE

Il Danzonete è un genere musicale che nasce e svanisce abbastanza presto rispetto ad altri generi musicali di origine cubana, venendo comunque inglobato nella musica tradizionale cubana che seguirà nel corso della storia; il Danzonete è anch’esso un tassello fondamentale della musica e della tradizione culturale afro-cubana.

Il Danzonete ha avuto una vita relativamente breve, perché il Son lo sovrastò sia sotto l’aspetto della fama ma anche sotto quello musicale e del ballo, il Son cubano infatti cominciò ad essere molto popolare ed il Danzonete andò sempre più diminuendo, lasciando spazio a nuovi stili.

Origini della musica e del ballo del Danzonete:

Nel 1895 con la Guerra d’indipendenza cubana, molte persone a causa degli arruolamenti, cominciarono a spostarsi dalla parte orientale verso quella occidentale e viceversa, scambiandosi naturalmente usanze culturali, musicali e danzarie, una sorta di transculturazione localizzata all’interno del Paese. 

Dalla capitale Habanera quindi cominciarono a divulgarsi in tutta Cuba i vari stili musicali del genere dei balli popolari.

Così come dalle zone dei campi e dei monti orientali arrivarono le danze cosiddette Campesine (ovvero tutte quelle provenienti dalle zone rurali governate dai contadini).

Il Danzonete comprende alcuni elementi basici e si alimenta delle radici del Son cubano: Nengon, Chiribà, Regina, Changuì ed altri ancora.
Nasce nel 1929 anch’esso a Matanzas come il Danzon, il suo creatore è Aniceto Diaz con il brano “Rompiendo la Rutina” (ovviamente riferendosi alla routine continuativa della musica del Danzon che sino ad allora aveva dominato come musica ballabile del tempo). 

Si può anche si dire che il Danzonete è una varietà accelerata del Danzon.

Può essere inoltre menzionato come “Danzòn Cantato” (anche se non è propriamente a tutti gli effetti quello stile).

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Parte Musicale del Danzonete:

Ha un’introduzione tecnica di canto e di ballo simile al Danzon, poiché parte anch’esso dalla sezione “A” e va direttamente alla parte “B”, poi alla parte“C” e poi alla parte “D” senza mai tornare all’intro della “A” (che ricalca come il Danzon la sezione non ballata del corteggiamento). 

Il Danzonete è perciò riconoscibile come uno stile basato sulla continuità di crescita esponenziale dei ritmi e degli strumenti, che parte da una sezione calma per arrivare ad una sezione più frenetica e festosa, al contrario del suo predecessore Danzon che si sviluppa allo stesso modo ma può tronare indietro alla sezione “A” dopo ogni sezione (per approfondimenti vedere la spiegazione del Danzon).

Come velocità esecutiva, Il Danzonete poteva arrivare a 6/8 nella sezione del “Compass” (la sezione più veloce di tutte quante), mentre nel Danzon il Cedazo ed il Montuno rappresentavano il massimo della velocità musicale.

Un fattore fondamentale e forse il più importante è che il Danzonete inizia ad incorporare finalmente per la prima volta, anche le voci cantate e la prima donna a cantare in un Danzonete è Paulina Alvarez; altro esponente di spessore dello stile è Barbarito Diez.

Parte Danzata del Danzonete:

Il ritmo del Danzonete è molto più allegro, la coppia all’interno del ballo inizia a muoversi un po’ più con passi marcati e veloci rispetto ai generi precedenti, utilizzando comunque gli stessi passi basilari presenti nel Danzon, vale a dire: passo di partenza (completamente laterale), il cuadrado (o “casa”), il paseo (portare la donna avanti e indietro), il tornillo (non quello del son), ed infine il marque.

Il Danzonete è praticamente l’evoluzione musicale e danzaria del Danzon

In questo genere vengono introdotti inoltre: il movimento della “cadera” (ossia dei fianchi, in particolare della dama) e della gabbia toracica (simile a quello che poi vedremo nel Son, in particolare del cavaliere).

Per la prima volta l’uomo in questo stile si stacca dalla donna creando una prima figura semi aperta (le figure semi aperte erano inesistenti nel vecchio Danzon), la donna ora può invece fare un giro verso la sua destra, passando come nella salsa odierna sotto il braccio sinistro dell’uomo che naturalmente la segue guidandola, per poi tornare uniti faccia a faccia e riprendere a danzare: una specie di vuelta dama (figura sempre presente ed attuale nella salsa).

L’incontro di mani (vale a dire la famosa “base di rueda” presente nella timba o nella salsa) non esiste nel Danzonete, ma verrà applicata solo più tardi all’interno del Cha cha cha.

L’alta borghesia del tempo inizia ad includere alcuni mulatti altolocati, erano però periodi difficili sotto l’aspetto dell’integrazione razziale, ed i problemi mossi per questa ragione erano sempre presenti ed all’ordine del giorno, l’integrazione come in ogni angolo del Mondo risultava continuamente essere, assai faccenda complessa, persino all’interno di una realtà nata dalla multietnicità come quella cubana.


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