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Storia e origini della danza Mediorientale


Storia e origini della danza Mediorientale
IL BLOG DELLA DANZA DI PHOENIX STUDIO DANCE

La Danza Mediorientale è una Danza meravigliosa e ricca di fascino sia per le sue movenze che per le sue origini e che fonda le sue radici nell’antichità. 

Nei Paesi Occidentali è stata nel tempo conosciuta come Danza del Ventre e per capirla più profondamente e, per capirne le sue origini, dobbiamo fare qualche passo indietro per comprendere come sia nata in generale la sua Danza, partendo addirittura dal primo impatto che l’uomo ebbe con il suono. 

Se ci pensiamo il primo suono con cui l’uomo venne a contatto (e che sente tutt’ora nel momento in cui viene al Mondo) fu il battito del suo cuore e poi dai suoni della natura circostante e di conseguenza il movimento del corpo dell’uomo venne influenzato principalmente ed inizialmente da questi suoni; anche la Musica venne influenzata dal battito.

L’uomo nell’antichità, ancor prima dell’avvento delle religioni, ha sempre avuto bisogno di pensare che ci fosse qualcosa più grande di lui che lo guidasse e credeva nel culto della Madre Terra che oltre a donare la vita all’essere umano, era creatrice della Natura e molto spesso le tribù rendevano omaggio alla Madre Terra con delle Danze e dei rituali.

E’ importante dire che nell’antichità c’era molta più libertà d’espressione e la nudità non era vista come qualcosa di negativo, ma al contrario come qualcosa di naturale, infatti in molti quadri e sculture, le divinità venivano rappresentate nude come l’espressione più naturale e più pura del divino sulla terra.

Purtroppo con l’avvento delle religioni che per secoli hanno guidato le masse, si è persa la naturalezza del nostro istinto, sia nel modo di vivere che di vestirci e di comportarci.

L’uomo onorava il suo creatore attraverso la Danza ed in genere le persone predisposte ad onorarlo erano i sacerdoti o le sacerdotesse e gli eunuchi, attraverso movimenti ripresi dalla natura, dalla flora e della fauna.

COLLEGAMENTI UTILI:

FIGURE DI DONNE DELLA DANZA MEDIORIENTALE

Non esistono testi di riferimento sulla storia e sulle origini della Danza Mediorientale, ma tutte le informazioni che conosciamo, sono raccolte dai racconti di viaggiatori, soldati, artisti e scrittori.

La Danza Mediorientale (non così strutturata come la intendiamo oggi) ha tre importanti figure di riferimento di danzatrice Donna che si possono suddividere in Sacerdotesse, Schiave e Almea (o Awalim) e Ghawazee.

E’ molto importante collocare queste figure all’interno del contesto sociale in cui vivevano per comprenderne a pieno le dinamiche.

LE SACERDOTESSE

In Epoca Faraonica, in Egitto, si effettuavano le cerimonie in dei Templi Sacri, specifici dedicati a Iaset (conosciuta come la Dea Iside).

I Sacerdoti (Queberes) avevano il compito di preparare la cerimonia ed effettuare il rito, mentre le Sacerdotesse (che erano le danzatrici sacre) avevano il compito di aprire un canale con il piano spirituale proprio attraverso il canto e la danza. 

Cominciavano la Danza coperte da un velo che simboleggiava il mistero e man mano si scoprivano rappresentando la luce e la saggezza. 

Per venerare la Dea Iaset, ritenuta generatrice della vita in tutte le sue manifestazioni, le Sacerdotesse compivano movimenti con il ventre creando una fusione tra divino ed umano.

Per entrare in contatto profondo con l’Universo, con Dio e le sue creature, con i loro movimenti rappresentavano gli animali e la Natura circostante, entrando così in una profonda sintonia con il creato tanto da raggiungere uno stato di profonda estasi.

Queste usanze vennero tramandate di generazione in generazione, fino a quando cadde l’Impero Egizio e subendo l’influenza di altri popoli, dei loro ritmi e movimenti, questa danza perse il suo significato originario attraverso il quale veniva rappresentata l’essenza della donna e l’alone di mistero che l’avvolgeva nella cultura del popolo Egizio.

LE SCHIAVE

Sempre per riuscire a comprendere meglio la storia, bisogna collocare la figura della donna, ed in questo caso quella della schiava, all’interno del periodo storico, culturale e sociale di cui stiamo parlando.

La figura della Schiava è inserita in un periodo storico che va dal Medioevo al 1.700 d.c. circa nel quale esistevano i Sultanati.

Nei mercati dell’epoca, molte donne di particolare bellezza, venivano vendute come schiave ed acquistate per essere portate all’interno dei palazzi dei Sultani e relegate dentro agli Harem (la parola Harem significa proibito).

I sultani potevano avere più donne (a quell’epoca la figura della donna non aveva molto valore) e fra tante schiave il Sultano poteva scegliere come ulteriore moglie, la schiava che avesse più doti (oltre a quelle fisiche) e che potesse dargli degli eredi.

Per scegliere la schiava più dotata, davano loro un’istruzione sia culturale che artistica (canto, danza, strumenti, poesia, ecc) e la schiava che si dimostrava più talentuosa veniva quindi scelta per diventare una delle mogli del Sultano e per procreare e che rispetto alle altre schiave, riceveva un trattamento “privilegiato”, se possiamo così definirlo.

Le schiave vivevano relegate all’interno degli Harem tutte in una zona comune e dormivano spesso a terra e non possedevano oggetti personali, ad eccezione di un paio di tessuti che indossavano per coprirsi, mentre la moglie (o le mogli) del Sultano aveva un’ala dell’Harem a loro riservata (tipo una stanza), dove poteva esserci un letto e magari anche un armadio dove depositare i propri oggetti personali.

All’interno dell’Harem gli unici che potevano entrarvi erano gli Eunuchi ed il Sultano; intorno al 1.400/1.500, il Sultano cominciò a capire che un Harem pieno di schiave (soprattutto talentuose), aumentava il suo stesso valore agli occhi degli altri e dunque cominciò ad investire sulle schiave più talentuose, non solo per prenderle come mogli e procreare, ma alcune le destinava specificatamente all’intrattenimento dei suoi ospiti più facoltosi. 

Oggi giorno è difficile comprendere la figura della schiava mettendosi nei suoi panni, ma per loro, a quell’epoca, avere la possibilità di poter studiare tutte quelle arti era molto importante ed essere scelte come intrattenitrici, era l’unico contatto che potevano avere con l’esterno e quindi di conoscere gente nuova. 

Spesso il Sultano che voleva venire a conoscenza magari di qualche informazione politica, utilizzava queste schiave quasi come delle spie. 

Poteva anche succedere che che l’Ospite a cui veniva affidata la schiava, si innamorasse di lei e la volesse portare via con sé e se anche la schiava spesso andava a finire in un altro Harem, essendo stata prescelta aveva l’occasione di ottenere maggiori privilegi.

Quindi la figura della schiava rappresentava una figura di donna colta, che intratteneva gli ospiti con la sua arte e che sapeva suonare tanti strumenti; era famosissima per i suoi Mawaal che erano dei canti improvvisati (simili a dei lamenti) e che si utilizzano tutt’ora in tantissime parti del mondo.

Molto spesso, parlando delle origini della Danza Mediorientale, troviamo associate la figura della schiava e quella dell’Almea (al singolare) o delle Awalim (al plurale) come se fossero esattamente la stessa cosa, ma dobbiamo fare una piccola precisazione sulla distinzione di queste due figure. 

In Egiziano le parole Almea o Awalim significano “donna istruita” e gli Egiziani le classificano come delle ballerine, mentre se si fa una ricerca più specifica si evidenzia una differenza perché sia le schiave che le Awalim erano entrambe ballerine colte, ma a differenza delle schiave, le Awalim erano donne libere, e la loro figura nacque quando dopo il 1.700 ci fu la chiusura degli Harem.

Dopo la loro chiusura, le schiave si riversarono a vivere nelle città e continuarono, su commissione soprattutto dell’alta borghesia, ad intrattenere gli ospiti durante le feste, con la loro arte e per questo venivano pagate e fecero dell’intrattenimento il loro lavoro.

LE GHAWAZEE

LE GHAWAZEE
LE GHAWAZEE

Parallelamente ci fu anche un’altra figura di donna ballerina, molto diversa dalla figura della schiava o dell’Almea che viene identificata con il nome di Ghawazee.

Le Ghawazee (plurale, mentre il singolare si chiama Ghaziya che significa “conquistatrice”) nacquero fra l’India e la Persia e si collocarono in un contesto campagnolo, più di strada e sulla loro origine esistono diverse teorie.

Erano donne che appartenevano alle tribù semi-nomadi dei Nawari (un sottogruppo dei Dom) e che viaggiavano per il mondo Arabo, che partì dall’India, passando dalla Persia e dall’Armenia, fino in Turchia, mentre le tribù nomadi Rom giunsero fino in Europa attraverso i Paesi Balcani arrivando in Spagna.

Questo percorso viene chiamato “Rotta dei Gitani”.

Non sempre tutti i popoli nomadi viaggiavano in continuazione, ma spesso sceglievano un luogo dove stabilirsi per un pò di tempo che generalmente era vicino alle sponde di qualche fiume.

Quando arrivarono in Egitto, le Ghawazee avevano tutto un loro bagaglio artistico che era un insieme di passi ed usanze, estrapolate dai balli folkloristici e dalla cultura dei paesi in cui erano state. A livello artistico portarono in Egitto una grandissima mescolanza di culture.

Le Ghawazee si guadagnavano da vivere ballando per strada ed il pubblico che si fermava a guardarle, generalmente dava loro come ricompensa qualche moneta. 

Più le Ghawazee viaggiavano e si esibivano, più riuscivano a guadagnare monete, tanto che, si racconta, quelle che raccoglievano più monete, cucivano alla loro cinturina quelle in eccesso derivanti da tutti i paesi in cui erano state e le indossavano per esibirsi durante le loro performance.

Infatti per una Ghawazee avere tante medagliette cucite sulla propria cinturina, era segno che aveva viaggiato e ballato tanto, ed aumentava il suo prestigio perché anche grazie a questo aumentava il suo valore e veniva richiesta come intrattenitrice a qualche festa.

Proprio da questo nasce la classica cinturina con le medagliette che utilizziamo nella nostra danza.

La Ghawazee è una figura di donna molto discussa, soprattutto se la raffrontiamo con le donne arabe di quel periodo, perché era una donna libera, che fumava e beveva alcolici; leggeva le carte, faceva l’hennè, praticava la circoncisione e spesso i suoi spettacoli erano preceduti dagli incantatori di serpenti. La sua figura si avvicinava molto di più a quella di una circense rispetto alla figura di ballerina dell’Almea.

La danza delle Ghawaze è una danza libera, non curata, campestre, molto allegra ed intensa e spesso danzavano con i cimbali (inizialmente in legno e poi in ottone) che servivano ad attirare il pubblico intorno a sé oppure si accompagnavano con i “Riqq”.

Tutto quello che oggi sappiamo riguardo alle Ghawazee, è grazie ai racconti dei viaggiatori che nel corso dei secoli visitarono l’Egitto; i primi furono i soldati francesi che, quando Napoleone Bonaparte nel 1798 entrò in Egitto con le sue truppe, si accamparono alle periferie della città (il Cairo) e sempre in periferia si trovavano gli accampamenti delle tribù nomadi in cui c’erano anche le Ghawazee.

Alcune tribù erano molto limitanti in quanto alle Ghawazee non era concesso sposarsi con uomini esterni alla loro tribù, mentre in molte tribù invece, le Ghawazee erano talmente libere che alcune di loro si recavano negli accampamenti dei soldati ed oltre a danzare, si davano alla prostituzione. 

Ovviamente la voce si sparse sia fra i soldati, che tra i viaggiatori, tra i quali c’erano anche scrittori come Flaubert, il quale descriveva le Ghawazee come donne dai movimenti sinuosi e di facili costumi.

Queste danzatrici Egiziane fecero talmente tanto scalpore minando l’immagine dell’Egitto agli occhi dell’Occidente, (anche grazie ai racconti dei viaggiatori e degli scrittori) che nel 1834 il governatore d’Egitto Muhammad ‘Ali Pascià bandì dal Cairo tutte le ballerine, quindi sia le Ghawaze che le Awalim.

Tutte le Danzatrici si riversarono conseguentemente a sud dell’Egitto (Alto Egitto) dove il folklore era davvero molto radicato, ampliando così ancor di più la loro conoscenza culturale ed artistica e creando ancora più fusioni nella loro danza e quando nel 1849 decadde l’editto emanato dal governatore, poterono ritornare al Cairo.

Una volta tornate al Cairo, anche le Ghawazee si fecero chiamare Almee così da essere più accettate e viste di buon occhio dalla società, visto che le Almee erano conosciute come delle Donne colte ed istruite.


LA CORRENTE ORIENTALISTA NELLA DANZA MEDIORIENTALE

Little Egypt
Little Egypt

Verso la fine dell’800 in Occidente ci fu il fenomeno dell’Orientalismo, ovvero si guardava all’Oriente con un senso di ammirazione e di fascino, come qualcosa di esotico e libertino, ed anche la cinematografia Americana ne fu attirata, tanto da portare ad Hollywood la Danza del Ventre.

Nel 1893 a Chicago, ci fu l’Esposizione Universale e fra le sue attrazioni vi erano riproduzioni architettoniche ed atmosfere appartenenti all’Oriente. 

Vennero invitate a rappresentare la cultura artistica Araba un gruppo di danzatrici Egiziane ed Algerine, tra cui Fahreda Mazar Spyropoulos che era di origine Siriana (soprannominata “Little Egypt” per le sue piccole dimensioni), accompagnate da un’orchestra egiziana e che portarono in scena lo spettacolo “The Algerian Dancers of Morocco” all’attrazione “A Street in Cairo”

Ovviamente oltre a moltissime approvazioni, ci furono molte critiche soprattutto da parte dei più puritani, che ancora una volta, consideravano queste donne delle poco di buono per la libertà con la quale si muovevano e per l’abbigliamento che indossavano in cui lasciavano il ventre scoperto (in Occidente fino a poco tempo prima si indossavano corpetti molto stringenti che coprivano il corpo completamente, nascondendo ogni forma e limitandone i movimenti).

NASCITA DEI LOCALI ADIBITI A SPETTACOLO IN EGITTO

Parallelamente in Egitto cominciarono a nascere dei locali notturni sull’impronta dei Night Club Francesi che si chiamavano “Malha”; alcuni di questi locali contribuivano a divulgare la cultura artistica egiziana, proponendo dei piccoli spettacoli con delle danzatrici e qualche musicista fino a creare spettacoli più grandi addirittura accompagnati da piccole orchestre, mentre altri locali, approfittando della licenza per spettacolo, vendevano alcolici e favorivano la prostituzione, diventando di fatto quasi delle case chiuse e dunque ancora una volta la figura della danzatrice veniva spesso associata a quella della prostituta.

La Danza Mediorientale, ha sempre sofferto di questi alti e bassi della sua visione, perché se da un lato si cercava di promulgarne la cultura innalzandone il livello, dall’altro la si squalificava.

Sono due i personaggi che hanno messo in atto un cambiamento importante di questa Danza: Badia Masabni e Mahmoud Reda.

BADIA MASABNI

BADIA MASABNI
BADIA MASABNI

Il primo personaggio che ha portato una vera rivoluzione della Danza Mediorientale facendole acquisire importanza ed innalzando il livello tecnico e scenico, fu Badia Masabni, considerata la “mamma” di questa Danza.

Badia Masabni, nacque a Damasco nel 1989. I suoi genitori erano siriani e libanesi e furono costretti a scappare dal Libano in seguito ad una violenza subita da sua sorella, e si trasferirono in Argentina dove Badia ebbe l’opportunità di studiare le danze orientali da alcune suore Egiziane e quando arrivò in Egitto, decise di aprire un night club sulla scia dei “Malha” (che fino ad allora avevano avuto una bassa reputazione).

Badia non era una grande ballerina, ma era una grande artista sotto tanti punti di vista, infatti aveva una visione della danza mediorientale molto aperta e desiderava che fosse apprezzata in tutto il Mondo.

Nel 1926 aprì il suo night club che chiamò “Casinò Badia” con l’obiettivo appunto di riqualificare la Danza Mediorientale, dandole un’accezione artistica e culturale di alto livello visto che fino ad allora era vista dell’aristocrazia egiziana solo come un’arte di strada del popolino.

Nel 1940 Badia aprì l’Opera House, chiamato anche “Casinò Opera” il quale per la prima volta creò un palco circolare che ospitava gli spettatori tutt’intorno.

Cominciò a chiamare a danzare nel suo locale delle intrattenitrici che provenivano dalla strada ed ingaggiò una Maestra russa di danza classica, che insegnò loro le linee, la postura e l’eleganza, dando per la prima volta alla danza mediorientale una pulizia del movimento.

Fino ad allora questa danza era improntata sull’improvvisazione e i suoi movimenti erano concentrati tra bacino e ventre, infatti venne chiamata dai francesi “danza del ventre” e poi dagli americani “bellydance”; Badia la riqualificò con il nome “Raqs Sharqi”.

Rivoluzionò davvero il modo di vedere questa danza perché portò in scena per la prima volta il concetto di danzatrice professionista e di coreografia che fino ad allora quasi non esisteva.

All’interno del suo locale le ballerine quando danzavano in gruppo erano vestite tutte uguali ed avevano movimenti puliti e coordinati; inoltre indossavano le scarpe, che definivano una diversità tra le danzatrici di strada che danzavano a piedi nudi, e quelle di “teatro” che non erano più viste solo come delle intrattenitrici, ma come delle vere e proprie professioniste.

Il Casinò Badia era strutturato con un’orchestra sviluppata sopra a delle gradinate, dalla quale entrava in scena la danzatrice e al di sotto delle gradinate c’era uno spazio scenico dove si sviluppava lo spettacolo.

Attorno a questo spazio c’erano i tavolini dove era seduto il pubblico a mangiare ed a bere.

Badia cominciò un lavoro importantissimo per questa danza perché davvero riuscì ad alzarne il livello artistico e a farla apprezzare anche dall’aristocrazia, che mentre prima la vedeva come una danza un po’ volgare ballata dal popolino, ne riconobbe il suo valore artistico.

Tantissime ballerine che ballavano al Casinò Badia divennero famose ed apprezzate in tutto il Mondo fino ad arrivare alla cinematografia di Hollywood. 

Alcuni nomi tra i più conosciuti furono Tahiya Karioka e Samia Gamal che diedero a questa danza uno stile molto simile al Cabaret.

MAHMOUD REDA

MAHMOUD REDA
MAHMOUD REDA

Un’altra figura importantissima, che contribuì ad alzare il livello della Danza Mediorientale in tutto il Mondo fu Mahmoud Reda, considerato il “papà” di questa Danza

Mahmoud nacque al Cairo nel 1930 ed era un danzatore, coreografo e regista che fece un lavoro importantissimo di ricerca mettendo in risalto diverse danze tradizionali. 

Nel 1959 fondò la Reda Troupe insieme al fratello e a Farida Fahmy, e lavorò sulla pulizia del folklore Egiziano, portandolo sui palcoscenici di tutto il Mondo, in un momento storico in cui in Egitto c’era bisogno di nazionalismo tanto che in un secondo momento, venne anche supportato economicamente dal governo Egiziano che sponsorizzò la Troupe.

Mahmoud Reda è molto famoso per aver fuso le sue conoscenze del balletto classico e del folklore egiziano, creando uno stile unico che ha dato vita ad una nuova visione della danza mediorientale nel Mondo.

Della “Reda troupe” fecero parte vari artisti diventati famosi in tutto il Mondo come Dr. Mo Geddawi, Raquia Hassan, Yousry Sharif.


LA DANZA MEDIORIENTALKE DALLA FINE DEL ‘900 AD OGGI

Tra la fine del ‘900 e l’inizio degli anni 2000 la Danza Mediorientale subisce un’altra rivoluzione dettata dallo stile Americano e dallo stile Argentino che arrivando in Occidente le conferiscono una forma più accademica.

Il primo ed il più importante esponente dello stile Argentino è stato (ed è tutt’ora) Amir Thaleb, che possiamo definire il Mahmoud Reda contemporaneo. 

Amir Thaleb nacque in Argentina ed ha origini siro-libanesi. Creò una fusione tra la danza mediorientale e la danza classica e il jazz.

Nella sua accademia si sono formate ballerine di fama internazionale come Saida Helou.

In America nacque un’evoluzione della Danza del Ventre (Bellydance) che prese il nome di Tribal e ATS (American Tribal Style) fondata nel 1987 da Carolena Nericcio, in contrapposizione allo stile di danza mediorientale sempre più vicino al Cabaret che metteva in risalto la donna soprattutto per la sua femminilità e che stava perdendo le origini legate alla condivisione, prerogativa fondamentale dell’ATS. 

L’American Tribal Style è una fusione tra danza mediorientale, flamenco e danza indiana ed è basata sull’improvvisazione ballata in gruppo (formato da minimo tre persone) nel quale c’è un leader che guida le compagne attraverso combinazioni di passi codificati.

Negli ultimi anni nella Danza Mediorientale c’è stata un’esplosione dello Stile Russo/Ucraino che evidenzia la tecnica molto sviluppata delle ballerine russe, tanto da accostarle quasi più a delle atlete che a delle ballerine.

Ci sono tanti elementi che caratterizzano la Danza Mediorientale che non troviamo solo nelle sue movenze, ma nei suoni degli strumenti, nei ritmi e negli stili dei balli folklorici Mediorientali.

Per riuscire ad entrare a pieno nell’atmosfera di questa meravigliosa Danza ed a comprenderla nel profondo, è necessario fare una panoramica di tutte queste caratteristiche.


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