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Carlo Goldoni (1707)

Carlo Goldoni (1707-1793), celebre drammaturgo italiano, è uno degli autori più influenti nella storia del teatro europeo e italiano del XVIII secolo.

Conosciuto per aver riformato la commedia italiana, trasformando la Commedia dell’Arte in un teatro più realistico e psicologico, Goldoni ha lasciato un segno anche nell’interazione tra danza e teatro.

In effetti, molti dei suoi lavori, pur essendo prevalentemente teatrali, contengono elementi coreografici e di danza, specialmente nelle commedie musicali e nei melodrammi.

In un’epoca in cui il teatro e la danza erano strettamente legati, Goldoni comprese l’importanza del movimento e della musica per migliorare la drammaticità delle sue opere, riuscendo a intrecciare in maniera raffinata e intelligente l’arte della parola con quella del corpo in movimento.

Vedremo in modo approfondito la correlazione tra Carlo Goldoni e l’arte della danza, analizzando come la sua opera teatrale abbia spesso fatto uso della danza come mezzo espressivo e come sia stato influenzato dal clima culturale della Venezia settecentesca, in cui la danza rivestiva un ruolo centrale.

Il contesto culturale veneziano del XVIII secolo e la danza

La Venezia del XVIII secolo era una città vibrante e culturalmente ricca, dove musica, teatro e danza si intrecciavano in una continua celebrazione delle arti.

Il teatro d’opera era particolarmente popolare, e gli spettacoli spesso integravano recitazione, canto e danza.

In questo contesto, la danza non era solo un’espressione artistica fine a se stessa, ma anche un importante veicolo narrativo.

I balletti facevano parte integrante delle opere liriche, e i coreografi erano figure centrali nel panorama artistico.

Carlo Goldoni, cresciuto in questo ambiente culturale, fu inevitabilmente influenzato da queste tendenze.

Anche se il suo contributo principale fu quello di riformare il teatro parlato, rendendolo più vicino alla realtà e all’esperienza umana, Goldoni capì l’importanza della danza nel teatro e l’integrazione tra questi mondi.

Le sue opere musicali e comiche dimostrano una chiara consapevolezza di come il movimento scenico e coreografico potesse arricchire la narrazione.

La danza nella commedia musicale goldoniana

Un aspetto significativo della correlazione tra Goldoni e la danza si manifesta nelle sue commedie musicali e nei melodrammi giocosi.

Questi generi teatrali combinavano dialoghi, musica e spesso momenti coreografici, creando uno spettacolo poliedrico.

In questi lavori, la danza assume un ruolo di rilievo, fungendo non solo da momento di intrattenimento, ma anche da espediente narrativo per approfondire il carattere dei personaggi o per sviluppare la trama.

Uno dei migliori esempi è “Il mondo della luna” (1750), una commedia per musica composta da Baldassare Galuppi, con libretto di Goldoni.

In quest’opera, la danza non è solo decorativa, ma gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della storia.

Le coreografie, inserite in vari punti della commedia, riflettono gli stati d’animo dei personaggi e aggiungono una dimensione festosa e sognante alla vicenda, che racconta di un uomo che, con l’inganno, viene portato a credere di essere stato trasportato sulla Luna.

In “La ritornata di Londra” (1756), altro esempio di commedia musicale con musica di Galuppi, la danza assume ancora una volta una funzione importante.

I momenti danzati aiutano a spezzare la narrazione parlata e a creare una dimensione più leggera, riducendo la tensione drammatica e sottolineando gli aspetti comici.

La collaborazione con compositori come Galuppi dimostra quanto Goldoni considerasse la danza parte integrante del suo teatro musicale.

L’influenza della Commedia dell’Arte e la danza

Goldoni si distaccò dalla tradizione della Commedia dell’Arte in molti aspetti, tra cui l’uso delle maschere e dell’improvvisazione, ma mantenne alcuni elementi caratteristici, inclusi i movimenti vivaci e le situazioni farsesche che spesso richiedevano una certa componente fisica.

La danza, in questo contesto, può essere vista come un’estensione di quella fisicità, uno strumento per rappresentare i caratteri in maniera espressiva e teatrale.

Nei suoi tentativi di riformare il teatro, Goldoni cercò di dare ai personaggi un maggiore spessore psicologico e realismo, ma la dimensione fisica del teatro non venne mai completamente abbandonata.

Le coreografie presenti in alcuni suoi lavori rappresentano l’eredità di una tradizione in cui il gesto fisico era essenziale per la costruzione dei personaggi.

In molte delle sue commedie, anche quando non vi sono espliciti momenti di danza, i personaggi si muovono con una vivacità che ricorda le coreografie della Commedia dell’Arte, pur mantenendo il realismo che Goldoni tanto cercava.

Le collaborazioni con coreografi e compositori

Carlo Goldoni lavorò a stretto contatto con molti dei più grandi musicisti e coreografi del suo tempo.

Oltre a Galuppi, Goldoni collaborò con Niccolò Piccinni, Domenico Fischietti e Antonio Salieri per creare una serie di commedie per musica in cui la danza giocava un ruolo cruciale.

In queste opere, la sinergia tra drammaturgia, musica e danza contribuì a creare spettacoli unici, che mescolavano sapientemente momenti di grande comicità a scene coreografiche di forte impatto visivo.

È interessante notare come la danza fosse un elemento così integrato nel teatro del XVIII secolo, che molti dei coreografi lavoravano a stretto contatto con i drammaturghi e i compositori per creare una sintesi perfetta tra tutte le arti sceniche.

Nonostante Goldoni fosse principalmente un autore di testi, le sue collaborazioni con coreografi e compositori indicano una consapevolezza profonda del potenziale espressivo del corpo in movimento.

La danza e il melodramma giocoso

Goldoni è conosciuto anche per aver sviluppato il melodramma giocoso, un genere teatrale che fonde elementi comici con quelli drammatici e musicali.

All’interno di questo genere, la danza svolgeva spesso una funzione importante.

Come nei suoi melodrammi e nelle commedie musicali, anche in questi lavori la danza non era mai solo una decorazione, ma una parte integrante della narrazione.

In opere come “Il filosofo di campagna” (1754), la danza assume una funzione specifica: quella di spezzare il ritmo della narrazione parlata, creando momenti di pausa in cui il pubblico può godere di uno spettacolo di puro movimento, che però rimane strettamente collegato ai temi della commedia.

I personaggi, spesso stereotipati ma caratterizzati con maggiore profondità rispetto alla Commedia dell’Arte, si esprimono attraverso il corpo, e la danza diventa un ulteriore strumento per sottolineare la loro comicità e i loro difetti.

La danza nei teatri veneziani: una sinergia tra parola e movimento

I teatri veneziani dell’epoca di Goldoni, come il Teatro San Cassiano, il Teatro San Samuele e il Teatro San Moisè, erano luoghi in cui la danza e il teatro si incontravano continuamente.

I teatri veneziani erano celebri non solo per le rappresentazioni teatrali, ma anche per i balletti, che erano spesso parte integrante degli spettacoli operistici.

Goldoni, che lavorò in questi teatri, ebbe l’opportunità di assistere a numerose performance di danza e di comprendere come il movimento potesse arricchire una rappresentazione.

In molti dei suoi lavori, anche quelli meno esplicitamente legati alla musica, vi sono riferimenti a balli o a scene in cui i personaggi si muovono in modo coreografico.

Questo dimostra quanto Goldoni fosse influenzato dall’ambiente teatrale veneziano e dalla tendenza a combinare diversi generi artistici per creare un’esperienza teatrale completa.

Opere di Carlo Goldoni dedicate alla Danza

Carlo Goldoni, celebre drammaturgo veneziano, non è noto solo per aver rivoluzionato il teatro comico, ma anche per aver integrato nelle sue opere elementi di danza e musica, specialmente attraverso le sue commedie per musica e le commedie giocose.

Questi generi miscelavano sapientemente dialogo, musica e movimento, dimostrando quanto Goldoni fosse consapevole dell’importanza della danza come strumento narrativo ed espressivo.

Goldoni scrisse numerose opere nelle quali la danza assume un ruolo centrale, contribuendo a creare spettacoli ricchi di vivacità e dinamismo.

Le scene coreografiche nelle sue opere non erano soltanto meri divertimenti, ma spesso servivano a sviluppare la trama o a caratterizzare i personaggi in maniera più complessa.

Di seguito, alcune delle opere più rappresentative di Carlo Goldoni in cui la danza gioca un ruolo importante.

  • Il mondo della luna (1750)
    Una delle opere più celebri di Goldoni in cui la danza ha un ruolo di rilievo è “Il mondo della luna”, una commedia per musica composta in collaborazione con il compositore Baldassare Galuppi. In questa commedia giocosa, che esplora le illusioni di un vecchio ingannato nel credere di essere stato trasportato sulla Luna, la danza serve a creare un’atmosfera fantastica e festosa. Le scene di danza riflettono lo stupore del protagonista e aiutano a trasmettere la sensazione di trovarsi in un luogo irreale e magico, completando l’esperienza teatrale con elementi visivi di grande impatto.
  • La ritornata di Londra (1756)
    In “La ritornata di Londra”, una commedia musicale anch’essa con la musica di Galuppi, la danza contribuisce a creare il contrasto tra la protagonista, una cantante ritornata da Londra, e gli altri personaggi della vicenda. Le scene di danza e movimento evidenziano le differenze culturali tra l’Inghilterra e l’Italia, utilizzando la danza come mezzo per esprimere il cambiamento e l’adattamento dei personaggi. La commistione di momenti danzati e recitati dimostra la capacità di Goldoni di utilizzare la danza non solo come intrattenimento, ma anche come parte integrante della narrazione.
  • La buona figliuola (1760)
    Questa commedia per musica, ispirata al romanzo Pamela di Samuel Richardson, con musica di Niccolò Piccinni, contiene momenti danzati che riflettono i sentimenti e le emozioni dei personaggi. La danza qui è usata per trasmettere i contrasti tra i diversi ceti sociali e le dinamiche di potere tra i personaggi, inserendo elementi coreografici che aiutano a esprimere ciò che le parole a volte non riescono a comunicare. La danza diventa quindi un veicolo per esplorare il mondo interiore dei protagonisti, accentuando la tensione tra l’amore e le convenzioni sociali.
  • La finta ammalata (1751)
    In “La finta ammalata”, una delle commedie più divertenti di Goldoni, la danza assume un ruolo comico. La protagonista, che finge di essere malata per attirare l’attenzione del suo innamorato, è circondata da personaggi che utilizzano la danza per distrarla e farle dimenticare la sua presunta malattia. Le scene di danza in questa commedia sono principalmente momenti di leggerezza, in cui i personaggi si muovono in modo vivace e spensierato, contrastando con le futili preoccupazioni della protagonista. Anche in questo caso, la danza è funzionale allo sviluppo della trama e al tono giocoso della commedia.
  • Il filosofo di campagna (1754)
    Opera giocosa con musica di Galuppi, “Il filosofo di campagna” presenta diverse scene di danza che riflettono il contrasto tra la vita semplice della campagna e quella più raffinata della città. Le danze rustiche e vivaci dei personaggi campagnoli si contrappongono alle movenze più eleganti dei personaggi cittadini, creando una sorta di dialogo visivo attraverso il movimento. Goldoni utilizza la danza per esplorare temi come la natura, la società e l’amore, inserendo elementi di coreografia che arricchiscono l’esperienza teatrale.
  • Le pescatrici (1751)
    In questa commedia musicale, le danze si svolgono in un contesto marittimo, con le pescatrici che eseguono movimenti coreografici ispirati alla loro vita quotidiana. La danza, in questo caso, serve a rafforzare l’ambientazione e a creare una connessione tra i personaggi e il loro ambiente naturale. Le scene danzate sottolineano il legame tra l’essere umano e la natura, un tema che ricorre spesso nelle opere di Goldoni.
  • L’isola disabitata (1754)
    In “L’isola disabitata”, Goldoni integra la danza in un contesto più esotico e avventuroso. La vicenda si svolge su un’isola deserta, e le danze aiutano a creare un senso di mistero e scoperta. I movimenti coreografici, ispirati al contesto “selvaggio”, sottolineano l’atmosfera di isolamento e il senso di libertà dei protagonisti. La danza, in questo caso, diventa un mezzo per esplorare il tema dell’avventura e del ritorno alla natura.
  • Il campiello (1756)
    Questa commedia ambientata in un piccolo cortile veneziano si distingue per la vivacità dei personaggi e delle loro interazioni quotidiane. Le scene di danza presenti nell’opera riflettono l’energia della vita di quartiere e rappresentano un momento di celebrazione collettiva. La danza, in “Il campiello”, diventa un simbolo di comunità, gioia e vita popolare, rafforzando il carattere conviviale dell’opera e portando sulla scena la vivacità della Venezia settecentesca.

Carlo Goldoni, pur essendo principalmente un autore teatrale, comprese il valore della danza come parte integrante della messa in scena e la utilizzò sapientemente in molte delle sue opere musicali e comiche.

La sua capacità di combinare dialoghi brillanti con scene di danza dimostra la sua sensibilità verso l’interazione tra le diverse arti performative.

La danza, nelle opere di Goldoni, non è mai un semplice ornamento, ma un elemento narrativo che arricchisce l’esperienza teatrale, aggiungendo profondità e vivacità alla sua rappresentazione della società veneziana del XVIII secolo.


Carlo Goldoni, celebre drammaturgo del XVIII secolo, ha contribuito significativamente alla riforma del teatro comico, integrando elementi di danza e movimento scenico nelle sue opere.

Sebbene non abbia mai fondato una scuola di danza, la sua collaborazione con compositori e coreografi dimostra una profonda comprensione dell’arte del movimento.

Nelle sue commedie per musica, la danza svolge un ruolo importante per arricchire la narrazione e caratterizzare i personaggi.

In questo contesto, Goldoni può essere considerato un innovatore, capace di fondere la drammaturgia con elementi coreografici, influenzando così anche il mondo della danza teatrale.

Sebbene non sia stato un coreografo in senso stretto, la sua opera dimostra una chiara consapevolezza del potere della danza come mezzo espressivo.

Le sue collaborazioni con coreografi e compositori, così come l’uso della danza nelle sue commedie musicali e melodrammi, sottolineano la sua capacità di sfruttare l’interazione tra parola e movimento per arricchire la narrazione teatrale.

In un’epoca in cui il teatro era un luogo di sperimentazione e fusione tra arti diverse, Goldoni seppe utilizzare la danza in modo innovativo e raffinato, creando un ponte tra la tradizione della Commedia dell’Arte e una forma di teatro più moderna e realistica.

La sua eredità è quella di un autore che ha saputo comprendere l’importanza della danza nel contesto teatrale del XVIII secolo, contribuendo a una sinergia tra le arti che avrebbe influenzato il teatro europeo per secoli.